United Color of Pigeons!!!
Il duo di artisti Berlin-based, Julian Charriere e Julius von Bismarck, ha tinto di tre colorazioni diverse un nutrito gruppo di volatili liberati in piazza San Marco. “Some pigeons are more equal than others” -Alcuni piccioni sono più uguali degli altri”, citando la chiusura de “La fattoria degli animali” di Orwell, è il nome del progetto cha ha però suscitato un vespaio di polemiche in difesa dei “topi del cielo”. Nessun pericolo per la vita dei pennuti: la tintura a base d’acqua scomparirà nei prossimi 2 mesi, ma a Venezia non tanto nel mondo dell’arte quanto della politica, l’opera ha scaldato gli animi. “Con la sua performance a base di piccioni colorati artificialmente, l’artista svizzero si inserisce nella lista dei sedicenti artisti che non trovano di meglio che usare pesci, gatti, cani, uccelli o altri animali per dar vita alle loro creazioni” hanno affermato le associazioni degli animalisti. Ma colorati o meno, i topi volanti, croce dei restauratori e delle città di mezzo mondo rilasciano guano acido senza creatività alcuna.
“Some pigeons are more equal than others” si intitola l’intervento urbano dell’artista svizzero tedesco Julian Charriere Charriere, nell’ambito del progetto ‘Un-common Venice’ proposto da Case Studio Vogt di Zurigo.
I piccioni colorati di blu, rosso e giallo che l’artista Charriere ha “reintrodotto” nella fauna della città, dopo averli alimentati con mangimi pigmentati, per una performance collaterale alla 13/A mostra di architettura della Biennale, non sono piaciuti alle associazioni protezionistiche di Venezia (L’Associazione vegetariana e la Lav) chiedendo alla Polizia municipale, all’Usl di Venezia e al Comune, di ravvisare gli estremi del reato di maltrattamento di animali. Viene sostenuto che i colombi appartengono alla fauna selvatica (sic) rientrando così nel patrimonio indisponibile dello Stato. “Se possiamo comprendere in pieno la motivazione che sembra abbia avanzato l’artista, i colombi vengono maltrattati e denigrati – affermano Cristina Romieri e Tatiana Zanotti – non possiamo certamente condividere il loro utilizzo fatto dal signor Charriere, quanto mai diseducativo e distorto: ancora una volta gli animali vengono trattati come oggetti da cui peraltro trarre pubblicità o profitto”. Ieri davanti all’ingresso dei giardini l’associazione Centopercento Animalisti ha esibito un cartello in cui si afferma senza mezzi termini: “Ieri Cattelan el “mona” dea Biennal…Oggi Julian Charriere el cojon del Canton…Biennale sei presa male! Vergogna!”. Il riferimento a Cattelan era ai piccioni imbalsamati esposti alla scorsa Biennale sopra le tele del Tintoretto, mentre il “Canton” è la Svizzera di cui Charriere, classe 1987 è cittadino. L’intenzione di proporre un “safari fotografico” al piccione colorato veneziano per ora ha raccolto solo critiche