Lara Monica Costa è una giovane artista di Padova laureata all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Lara da anni dimostra un forte interesse per le arti segniche. La sua capacità tecnica è la base per una visione lirica delle immagini in cui propone, attraverso una interpretazione sensibile dell’impianto figurativo classico, una dinamicità espressiva singolare e puntuale nell’emersione del suo segno personale. La figura è fulcro di energia nel suo lavoro e al contempo luogo di attualizzazione del dato umano.
Le abbiamo rivolto le nostre domande per entrare nel vivo del suo lavoro e della sua percezione del ambiente artistico.
Parlaci del tuo lavoro, del tuo punto di vista interno della cultura contemporanea, dell’importanza del tuo ruolo relazionale con l’ambiente dell’arte in generale e con gli artisti in particolare.
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La mia ricerca artistica tratta composizioni di figure umane, attraverso le quali cerco di creare un’atmosfera di analisi rispetto a vari temi, sia semiotici che simbolici. Fulcro di interesse scaturisce dall’analisi dell’archetipo del femminile. Il contemporaneo penso abbia un ruolo determinante nella creazione dei miei lavori e nell’espressione in genere. Noi tutti siamo influenzati dal collettivo, è un incontro/scontro che si palesa nella quotidianità di ognuno. Infatti, il mezzo “maestro” per cui accade tale processo è l’immaginario che ci accomuna come esseri umani. Esso assorbe gli stimoli provenienti dall’esterno, ma non sempre ne siamo coscienti, quindi creiamo… ininterrottamente creiamo. L’intuito è la “culla” della forma che si rivela quando compiamo l’atto di concretizzare. Quindi, il mio lavoro, oltre ad avere una componente intima e d’origine, è frutto di una rielaborazione che scaturisce da ciò che “assorbo” e poi “trasformo” in un processo di interiorizzazione. Colori, immagini, suoni, le relazioni che intrecciamo sono il nutrimento di ciò che siamo e facciamo. L’individuo è in costante relazione con il Collettivo, è parte di un Tutto. Perciò, oltre al contesto sociale in cui vivo, è di fondamentale importanza il rapporto che ho avuto e che ho tuttora, con gli artisti più disparati. Il confronto con loro serve alla mia crescita artistica e formazione personale. E’ un arricchimento reciproco. L’espressione e la tecnica, vanno coltivati con l’osservazione e la conoscenza di sé e dell’altro. Per questo, la contaminazione tra artisti è vitale, sta alle fondamenta per approfondire poi il proprio linguaggio, che è unico. L’arte è espressione, e l’espressione ci accomuna. L’essere umano è il mezzo di comunione e condivisione, atto nella ramificazione e trasmissione di idee concetti ed emozioni.
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Ci puoi dire qual’è la tua esperienza da dentro e fuori il “sistema” dell’arte e/o dentro e fuori l’Italia le problematiche veneziane e/o italiane?
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Attualmente non sono in un circolo di commercializzazione d’arte; e in un certo senso mi sento agli esordi, ma chi intraprende un percorso artistico sa che non c’è una fine o un punto di arrivo. L’arte non si può possedere, c’è solo l’esperienza, è una ricerca interiore che in quanto tale non ha mai fine, perché diventa parte integrante di chi la esprime. Di fatto l’Arte è Vita che cresce e si arricchisce trasformandosi attraverso ogni fase, persona ed epoca, in un moto eterno. Parlando invece di “sistema” dell’arte, le occasioni in cui trovo maggior riscontro sono concorsi Italiani o europei riguardanti, nel mio caso specifico, l’incisione. Ma in Italia per quel che ho potuto sperimentare finora, purtroppo è molto difficile “vivere” del proprio lavoro artistico; non esistono molte opportunità con reali possibilità di guadagno economico. E in ogni caso son precarie. Tuttavia, “l’opera” acquisisce valore nel tempo, di conseguenza pure l’artista. E’ doveroso però considerare la nostra epoca, la quale ci spinge ad essere sempre più veloci, a non fermarci. Mai come ora è azzeccata la mitologia greca di Kronos che inghiotte i suoi figli. Siamo sottoposti al tempo che corre; e in un vortice frenetico inghiotte. L’arte invece, nel senso più classico del termine, è interiorizzazione e poi espressione, ha bisogno di spazio, tempo ed elaborazione. Quindi, il “prodotto” che ad oggi si può vedere per la maggiore, negli eventi d’arte o culturali, tende spesso “all’effetto speciale” e nasconde il rischio di trasformarsi in un fuoco fatuo. Con ciò non voglio demonizzare la contemporaneità, non potrebbe essere altrimenti, infatti penso che l’arte sia lo specchio del tempo in cui “vive”; e sicuramente il valore di ciò che si crea verrà rivelato negli anni. Noi passiamo, ma ciò che realizziamo, quando ha valore, rimane.
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Raccontaci in breve come ti relazioni con Venezia, come il tuo lavoro di artista si lega alla città
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Venezia… la città galleggiante sull’orlo d’acqua. E’ una città magica, che amo; mi regala la percezione che ogni cosa cambi dimensione. La mia formazione personale e ricerca artistica, è intimamente legata a questo luogo, infatti nei miei lavori sono rappresentati perlopiù corpi femminili concepiti come involucri in cui si cela l’esoterismo dell’anima. Il femminile è in stretta connessione con l’acqua, basti pensare, alla simbologia dell’elemento naturale stesso e alla procreazione della donna.
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Una battuta sulla 56th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia
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E’ un po’ come la politica attuale, molti concetti, presupposti nobili…ma sostanza da valutare, salvo alcune eccezioni. Se ne va ciò che deve andare; e rimane ciò che deve rimanere.