Giacomo Modolo: La mia è una rappresentazione della realtà in perenne bilico tra passato e presente.

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Giacomo Modolo è pittore. La cavità densa di spazio che indaga col pennello spesso sprofonda nel tempo della pittura, ma flette altrettanto con rapacità nelle circostanti gangli delle immagini fotografiche e della graffiante capacità del segno. Cerchiamo Modolo per ragionare di questa sua flessibilità di cui decide e dispone con cognizione prima di agire, nel luogo dove l’immagine e la visione preparano la comparazione e la stratificazione delle immagini.

Ci puoi parlare della relazione tra il tuo lavoro e la cultura contemporanea e dell’importanza del tuo ruolo relazionale con l’ambiente dell’arte in generale e con gli artisti in particolare?

Raggiunta una buona base culturale e di skills tecniche lascio lo spazio all’attitudine, ovvero la relazione che sta tra la mia personalità e il mondo che mi circonda. Questa relazione si sintetizza nel gesto il quale dev’essere in grado di raccogliere all’interno di un supporto definito (la tela), tutto ciò che mi stimola nel quotidiano. La mia è una rappresentazione della realtà in perenne bilico tra passato e presente.

Il rapporto con la storia che invade il nostro quotidiano straccia i confini razionali ai quali vogliamo aggrapparci a tutti i costi, distruggendo così le nostre sicurezze e regalandoci nuove prospettive da vivere. La mia pittura ha la funzione di entrare in merito a questo caos, esprimendone i suoi lati estetici idealizzati attraverso il processo creativo, dove personaggi, luoghi storici e fantastici si incontrano dando vita ad un grande Carnevale.

Così anche l’espressione pittorica subisce un fascino linguistico libertario, talvolta realista e in altri casi immaginario, in un costante rapporto obbligato con la storia dell’arte.

Mi lascio affascinare senza pregiudizi dall’arte contemporanea, dai pittori consacrati agli artisti che incontro per caso in piccole mostre.

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Ci puoi raccontare della tua esperienza dentro e fuori il “sistema” dell’arte e/o dentro e fuori l’Italia?

Non mi sento in grado di poter giudicare le problematiche italiane, veneziane o straniere. Sento sempre un gran rumore, opinioni opposte, artisti fricchettoni che si lamentano delle gerarchie ed altri conservatori che parlano di regole etiche noiosissime da seguire. Vedo però tante persone che si mettono in gioco, realtà indipendenti ultra dinamiche e artisti preparatissimi che raggiungono obiettivi importanti. Preferisco rivolgere l’attenzione su queste cose, il resto mi annichilisce e rischia di influenzare negativamente il mio lavoro.

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I tuoi progetti futuri?

Dopo un paio di mostre personali che mi hanno impegnato nell’ultimo anno lavorativo, mi preparo per un’interessante mostra collettiva presso la galleria Curator’s Voice Art Projects di Miami. Questo evento nasce da un importante interscambio culturale tra questa realtà americana e Areacreativa42, l’associazione e galleria che da due anni segue il mio lavoro con passione e professionalità.

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Sempre in relazione al tuo lavoro di artista, raccontaci in breve come ti relazioni con la città di Venezia

Venezia mi ha fatto mettere i primi mattoni di quello che ora sto costruendo con maggior consapevolezza. Resta un grande legame emotivo nei confronti dell’accademia e dei professori, che attraverso le mostre, mi hanno fatto iniziare a scrivere il curriculum. Quello che però mi fa sempre tornare con entusiasmo è la città stessa, la sua dimensione, la gente che la popola i suoi modi di fare.

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Una tua battuta sulla 56th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia

L’Arsenale mi crea molta ansia, essere circondato da un numero così elevato di opere rischia di far andare in secondo piano artisti che potrebbero affascinarmi. D’altro canto il padiglione Italia mi ha entusiasmato come le mostre ai giardini. Il padiglione russo mi ha davvero colpito, così quello americano e inglese. Una grande rivelazione sono questi ormai affermati eventi collaterali, li trovo davvero freschi e dinamici.

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contact: 
patmorita88@hotmail.it
website: giacomomodolo.tumblr.com/prospettiva_Karlovy_Vary
articolo di Alberto Balletti e Marina Guarneri