Mostra personale di GIUSEPPE VIGOLO
vincitore della quarta edizione del Premio Biennale di Incisione “Sandro e Marialuisa Angelini”
I volti e le figure di Giuseppe Vigolo, giovane incisore veneto, vi stupiranno per la forza e l’immediatezza con cui riescono a mettersi in comunicazione con chi le osservi.
E’ la prima volta che la giuria del Premio Angelini adotta l’iniziativa di pre- sentare in alternanza all’assegnazione del premio una mostra monografica del vincitore dell’ultima edizione. Questa interessante idea lanciata del presidente della giuria, Attilio Steffanoni, che fa tesoro della sua solida esperienza e la ri- versa sul premio, è stata immediatamente condivisa dagli altri membri. Esplo- rare se il vincitore avesse materiale sufficiente a rappresentare un percorso e dunque approdare alla realizzazione di una mostra, sottopone a verifica sia il vincitore che i giurati. Per il primo significa mettersi alla prova, aiuta a capire se si tratti di un’attività estemporanea o di una vera propensione, carica di fu- turo. Per i giurati consiste nella riprova o meno di una scelta ponderata.
La mostra d’incisioni di Giuseppe Vigolo assolve egregiamente a queste due variabili indipendenti del Premio e della sua aggiudicazione.
Giuseppe, e ci permettiamo di chiamarlo familiarmente così, è un giovane professionista, con al suo attivo premi, borse di studio internazionali, un’at- tività di insegnamento, che se da un lato riconosce la qualità del suo lavoro, dall’altro lo tiene a contatto con i suoi coetanei con i quali scambiare idee e modi per renderle visibili. Giuseppe si esprime con la pittura, la scultura, il di- segno, il video, secondo l’ampio spettro che la cultura contemporanea mette a disposizione. Ma è il suo percorso nell’arte dell’incisione che la mostra mette nella condizione di osservare. Si tratta di un itinerario decisamente coerente, sia tecnicamente che iconograficamente, che esprime un’identità precisa dal punto di vista culturale. Le grandi e attraenti figure che ci offre si nutrono di una cultura d’immagine contemporanea. I punti di vista spesso ravvicinati po- tenziano l’efficacia della rappresentazione che colpisce per la sua dirompente apparenza. Non mancano momenti di concentrazione che prediligono il volto di uomini e donne per riflettere sui significati dell’esistenza, anche nei suoi risvolti drammatici.
Un ultimo pensiero: l’arte dell’incisione richiede una perizia tecnica che per taluni è avviata all’estinzione. Giuseppe Vigolo è tra coloro che credono che questo non debba avvenire.
Maria Cristina Rodeschini