Da quindici anni in rio della Palada, ormeggiato tra
le barche dei pescatori, c'è un vaporetto dell'Actv,
del tutto simile a quelli che sono in servizio sul Canal
Grande, il nonno di quelli in circolazione, datato
1935. Uno dei primi dieci di questa lunga tradizione
costruttiva. Il battello è abitato da tanti anni da
una famiglia di danesi che lo ha trovato in stato di
abbandono lungo il Po, lo ha acquistato dal vecchio
proprietario, per poi restaurarlo e renderlo vivibile.
Michael, il carpentiere danese che lo ha recuperato,
con quest'opera ha dato nuova vita ad un bene del
patrimonio storico-culturale veneziano e grazie alla
sua abilità ce lo ha restituito come originalissima
abitazione. Una cosa che in tutta Europa è normata.
In Francia, Danimarca, Olanda, Germania, Inghilterra,
lungo i fiumi si susseguono case acquatiche, barche
riattate, peniches ristrutturate, con abitazioni,
ristoranti, musei, tipografie, persino uffici. In tutta
Europa normative specifiche assegnano numeri civici,
regolano le distanze, limitano gli eventuali eccessi.
Ed è con questo spirito che Anna e Mike hanno
chiesto oramai vent'anni or sono una regolarizzazione,
l'assegnazione di uno specchio acqueo (concesso
anno per anno), allacciamenti alla rete elettrica
(concessi) e un numero civico (concesso). Ma un
vuoto normativo è un vuoto normativo; per il comune
di Venezia un anagrafico senza opere edilizie
è per sua natura inconcepibile, dal che consegue che
il battello dei Kiersgaard è, in quanto civico privo
di concessione edilizia, abuso… edilizio. Dire che un
battello galleggiante costruito nel 1935 e sul quale
ciascuno di noi sarà salito almeno qualche volta durante
gli onorati cinquant'anni di servizio, sia un
manufatto edile, sia un manufatto edificato è semplicemente
ridicolo. Come ridicola è la conseguente
richiesta di demolizione o di ripristino dello stato
dei luoghi evidentemente inappropriata per ogni
natante.
Noi vogliamo che sia riconosciuto il diritto di residenza
in questa forma a questa famiglia, che una
specifica innovazione normativa regolamenti eventuali
eccessi, ma non impedisca questa dimensione
del vivere altra, ricca di tradizioni e riconosciuta in
tutto il mondo. Il battello di Anna, Mike, Buster e
Amedeo è ormai parte imprescindibile del paesaggio
della Giudecca e va tutelato alla pari di qualsiasi
altra presenza di accertata valenza storico-culturale.
A fronte di tante innovazioni paesaggistiche
architettonicamente discutibili, l'equilibrio con il
contesto di quest'opera, la biodiversità culturale che
esprime, sono un vero arricchimento per la
comunità e sono lo specchio del carattere
eterogeneo della città di Venezia.
Ci sentiamo infine di difendere anche il sogno. Il sogno
di una vita diversa, meno mercificata, che prelude
a dinamiche relazionali più interessanti, più
degne, più orizzontali, dove prevalga la relazione
alla separazione. Il battello dei Kiersgaard è il miglior
luogo ove posare lo sguardo alla Giudecca, è
un richiamo vivente al reale rapporto della città
con le sue acque, lontano anni luce dalle finzioni
plastiche che addormentano il nostro immaginario.
Noi invitiamo il sindaco, i tecnici del comune, gli
avvocati civici, a sedersi in una di queste giornate
primaverili alle sei di sera lungo la fondamenta della
Palada, e ad osservare il reale rapporto di quest'opera
d'arte viva e vissuta con l'ambiente che la
circonda e si completa con la sua presenza. E convincersi
che ogni soluzione che preveda la rimozione
del battello è avvilente anche e soprattutto per
il contesto in cui si trova e incontrerà una fermissima
opposizione della cittadinanza.
Gli amici del battello dei sogni.
per aderire invia una mail con il tuo Nome e
Cognome e due righe di testo (che rimarranno nel
libro di bordo del battello) a: sepoina@gmail.com