Il Padiglione della Romania alla 56th International Art Exhibition – la Biennale di Venezia, presenta il pittore Adrian Ghenie. Il suo lavoro è di una puntualità rilevante per i temi ritrattati. Al contempo la messa a fuoco della materia, giocando tra i due grandi ambiti del finito figurativo e dell’aperto materico della pittura d’azione, trova formalmente un incontro che non seda l’animo. Principalmente si può asserire che la capacità, l’abilità e la sapienza pittorica fremono in questi quadri, ma non si risolvono su se stesse. Spingono semmai verso il bordo, preludendo qualcosa d’altro. La presentazione di tre cicli pittorici riguardanti tre tematiche storiche può suggerire un’ulteriore raffinatezza di questa pittura che d’impatto si presenta cruda.
Nel primo ciclo la tempesta crea l’occasione per ritrarre la figura intera nello spazio pittorico che assimila la potenza dell’aperto all’impari della umano, che vi reagisce con sfondamento eroico.
In un secondo momento si entra in una galleria di ritratti. Il personaggio “ritrattato”, il referente dell’immagine dipinta da Ghenie si risolve nell’atto di accelerazione della materia che ingloba i connotati in un fulmineo getto d’azione, come in un atto di autolesionismo, potando il volto al limite della negazione.
In fine i quadri a tematica storica suggeriscono irrequietezza a rafforzo della contemplazione delle tele. La contraddizione fra irrequieto e contemplativo proposto dalla qualità della trama pittorica non risolve la posizione personale del osservatore e della sua memoria. In chi è stato di là della cortina quando il mondo era diviso in due imperi ed è tornato a viaggiarvi dopo la soluzione dell’abbattimento del muro, ispirerà un’aria dell’est che chiede di osservare le cose lasciando sollevato un margine, come scostato per chi arriverà dopo.
Alberto Balletti
Adrian Ghenie: Darwin’s Room / a cura di Mihai Pop / Photo by A.Balletti