CONVERSION, Evento Collaterale della 56t. Biennale di Venezia: Chiesa di Sant’Antonin Campo Sant’Antonin, Castello, 30122 Venezia
A Venezia ci sono più di 200 chiese. Visitarle tutte è difficoltoso perché la metà è chiusa e/o adibita ad altre funzioni, non più religiose. Il progetto CONVERSION del Recycle Group ne riapre al pubblico una difficile da visitare. Un’occasione per farlo. L’operazione site specific dell’Evento Collaterale della 56. Biennale di Venezia, curato da James Putnam agisce una riconversione in una prospettiva temporale forward: il punto di vista spostato in un futuro in cui le nuove religioni tecno-globali avranno già lasciato i propri monumenti, in questo caso simulando un riutilizzo di un sito cattolico rinascimentale. Il rapporto feticistico dell’oggetto di culto in CONVERSION viene simulato nella scelta di materiali e tecniche oggi considerate preziose ed esteticamente d’avanguardia, sfidando il concetto “truth to material”.
Il bassorilievo “similquattrocento” in rete acrilica primeggia su ponteggi da riallestimento museale. I legni hanno la patina antica su tagli 3D ad alta precisione. Resine e lightbox al posto dell’alabastro. Tutto con una certa polvere da sagrestia.
Il percorso concettuale si sviluppa tra Mac Luhan e Benjamin. Dalla previsione di un futuro dove l’elettronica avrebbe invaso il nostro sistema nervoso in tema di comunicazione che fece negli anni sessanta Mac Luhan, alla cognizione benjaminiana della minaccia della perdita del significato delle immagini antiche non più riconosciute come proprie da una civiltà che si appresta a dissipare irrimediabilmente il contatto. E’ sempre necessario ribadire che la convergenza di queste due caratteristiche disumanizzanti sono passate dall’evo moderno pari pari nel nuovo millennio. La sfida concettuale di questo allestimente vorrebbe corrompere il feticcio contemporaneo rovesciando la nozione asettica della verità insita nella scelta della materia. Un bassorilievo in rete intitolato “server” fa pensare al net. I moderni schiavi dei social network. Ma a Venezia la parola “slave” è nata: il saluto “schiavo vostro” oggi è in uso in tutto il mondo sotto la sua forma contratta di “ciao”.
Tutto l’operazione avrebbe la credibilità di un buon allestimento e di un buon impianto, per quanto tecno-ideologico un pochino anni novanta, e anche concettualmente ben calibrato dalla perfetta scenografia. Ma postare il logo FB al posto della croce sarebbe come incolpare il maniscalco di fabbricare chiodi troppo grandi e pericolosi. La macchina che attraverso la rete propaga la sua campagna di proselitismo alla soggiogazione dei poveri ai potenti è il vero Ponzio Pilato di oggi. Il potere smaterializzato dalla fibra ottica resta trasparente. Sempre utile il messaggio che denuncia il vestito invisibile del re, nella forza bruta del profano.
Alberto Balletti
Opening Period: May 9th—November 22, 2015